sabato, dicembre 01, 2007

un viaggiatore un po' meno distante

Eccola qui: una tavola originale di Otto Gabos. Sarà per il Natale che si avvicina, sarà per sperimentare un nuovo formato ma ho sentito l'esigenza di disegnare questa pagina, che sarà poi la prima del secondo volume de Il Viaggiatore Distante. Della versione precedente, disegnata in grande formato non ho tracce. Non la trovo più. Comunque sia questa mi piace. L'ho disegnata su piccolo formato su carta semiruvida da 120 grammi. Maggior controllo, maggior chiarezza, minor numero di vignette, quindi meno affollamento e più respiro. Di questi tempi al respiro ci penso tantissimo. La novità è che Romeo Benetti (mio alter ego ufficiale) in quest'occasione ha i baffi.
Quando sarà Il Viaggiatore 2 avrà anche il suo bel titolo. L'avrò anche già detto ma lo ripeto:
Esilio Interiore.

Già che ci sono annuncio anche l'argomento del prossimo post. Una giornata ad Abbasanta in mezzo ai bambini di una scuola elementare. Una bella esperienza vissuta in una giornata uggiosa di fine ottobre.

martedì, novembre 20, 2007

Otto Gabos in mostra a Bruxelles

domani vado a Bruxelles.
un Invito per un incontro in due serate dedicate all'editoria italiana settore libri a fumetti. Black Velvet e Becco Giallo. Ringrazio quindi gli organizzatori dell'evento della Piola.libri che si sono dati da fare per portare un pezzetto d'Italia a Bruxelles. Spero siano giorni piacevoli.
invito passanti, amici e curiosi che si trovassero il 21 (black velvet e il sottoscritto) e il 22 (Becco Giallo) dalle parti di bruxelles a venirci a trovare dalle 18.30 in poi.
ci sarà il dibattito, una mostra, chiacchiere e dediche.
qui sotto gli indirizzi stradali e web:
Piola.libri 66-68 rue Franklin B 1000 Bruxelles
www.piolalibri.be

sabato, novembre 17, 2007

it's me!

è raro che metta la faccia di Otto Gabos sul blog. Questa è appunto una delle rare occasioni. La foto è tratta dal consueto reportage che gli amici di selfcomics realizzano a Lucca durante le eccellenti feste notturne da loro stessi oragnizzate. Ringrazio Roy che le ha scattate e i due Luca che le hanno messe a disposizione.
Ora che vedo la foto ripenso alla serata. Bello incontrare amici che vedi di rado. Bello stare a cena a tavola con Omar, Massimo, Francesco, Ottavio, Aberto, Andrea Plazzi (fondamentale a tutte le cene per compagnia e miniera di aneddoti divertenti e curiosi) e bello stare Francesca Ghermandi e Massimo Giacon con cui ero da un pezzo che non chiacchieravo a modo. Mi sono alzato da tavola soddisfatto e, nonostante l'odiosa puzza di fritto sui vestiti, pensavo che ne valeva la pena. Stare con gli amici, parlare, sentirsi leggere. è necessario e meraviglioso.
poi alla festa dove ancora Giacon si è scatenato alla console. Musica di altri tempi di questi tempi e pure dei prossimi a venire.

Visto che ci sono colgo l'occasione per ringraziare tutte le persone che sono venute a trovarmi allo stand della Black Velvet, tutti quelli che hanno acquistato i miei libri e con i quali ho scambiato frasi e chiacchiere benefiche.

domani vi aggiorno sulla prossima trasferta a Bruxelles.
nel frattempo ecco il link dei selfcomici:
www.selfcomics.com

venerdì, novembre 16, 2007

camminava sulla neve che nascondeva la sabbia


A fatica cerco di ricordarmi la sensazione delle scarpe che affondano nella neve e raggiungono la sabbia della spiaggia di sotto. A Cagliari ho visto la neve per due volte. La prima volta è scesa quand’ero piccolo, molto piccolo. Dopo parecchi anni quel ricordo è diventata anche la mia storia di esordio nel mondo del fumetto. “Quando invocai l’unicorno” è uscita in una freddissima giornata di novembre su Tempi Supplementari. Mi ero trasferito a Bologna e la gioia di vedermi stampato a colori fu immensa anche se il mio nome era stato trasfigurato in un inquietante Otto Gros.

La seconda nevicata che mi ricordo venne giù più o meno una ventina d’anni dopo. Nel gennaio dell’85. quella volta avevo camminato sulla neve dappertutto, anche sulla spiaggia del Poetto. Non mi ricordo però come le scarpe affondavano nella neve.

Sto pensando a una storia che parte proprio da questa traversata. Sullo sfondo la Sella del Diavolo, poi la distesa di casotti colorati che si snodano lungo il litorale e un uomo curvo sui quaranta portati male che avanza ostentando una ridicola acconciatura vagamente rockabilly. Più o meno come i meccanici di una volta. Roba di altri tempi.

Intorno cade ancora un po’ di neve ma il peggio (o il bello) è già passato.

Dietro di lui ogni tanto compaiono altri due personaggi. Due tipi piuttosto bizzarri. Il piccoletto sembra un cane, ha gli occhi tirati e un ghigno perenne. È fatto di carne ma le curve, le pieghe, l’andatura scaturisce da un vecchio Popeye di Segar. Poco più indietro con un incedere caracollante comico e drammatico al contempo c’è l’altro. È alto, un colosso, più colosso di Carnera, un cugino di Dick Fulmine. Veste quasi come lui, un maglione a collo alto con due bretelle in evidenza. Il colosso ha due baffetti che sembrano sbagliati in una faccia poco furba come la sua.

I due non parlano e si limitano a seguire a breve distanza il tipo là davanti che continua ad arrancare. Ogni tanto si al liscia i capelli e fa gesti di stizza verso quelli là che si ostinano a seguirlo.

Vorrebbe stare da solo lui.

Invece avanzano. Tutti e tre avanzano.

È il gennaio di un anno freddissimo. Un anno che inizia con il portone del manicomio che si chiude alle spalle e che finirà con le ruspe implacabili che spazzano via i colori vivaci dei casotti.

Sarà l’inizio della fine della spiaggia, l’inizio dell’erosione inesorabile.

Ma allora quel tipo con i capelli rockabilly che avanza sotto la neve se ne sarà andato via da un pezzo.

È di quei mesi là compresi tra il freddo della spiaggia e l’estate che non arriva mai che voglio parlare.

Avevo poco più di vent’anni. Suonavo ancora e mi preparavo a conquistare il mondo con un nome nuovo di zecca:

Otto Gabos. Meglio di Otto Gros.

venerdì, novembre 02, 2007

a Lucca

come succede quasi ogni anno domani (sabato 3 novembre e domenica 4) sarò a Lucca Comics. sarò reperibile abbstanza spesso allo stand della Black Velvet dove firmerò le copie di una novella grafica (parlo di novella perché ha la lunghezza della novella) realizzata con Bepi Vigna per il recente Calagonone Jazz Festival. La novella si intitola Da vent'anni e la la Black Velvet ha deciso di distribuirla in certi canali librari. Mi piace andare a Lucca. incontri i lettori e anche amici che vedi di rado e magari fai pure nuove conoscenze. la sera cena con a base di zuppa di farro.

mercoledì, ottobre 24, 2007

la maratona di Muflo

è successo quasi un mese fa. Il mio amico Muflo (quello rapato con la maglia azzurra) ha corso la maratona di Berlino. Io ero lì a seguirlo durante il tragitto. vedere da vicino un'orda di oltre quarantamila persone che corrono mettendosi alla prova, cercando di resistere, di arrivare per arrivare è stata un'esperienza formidabile. a tratti struggente. Mentre vedevo passare gente di ogni categoria ed età mi chiedevo quale fosse la ragione di tutto questo. Perché correre oltrepassando i confini dello sport come salute. perché bruciare i tessuti muscolari? persone che mi sembravano i salmoni che risalgono la corrente, i lemmings che si ammassano sul bordo dell'abisso, le gru che migrano, i nomandi siberianoi che attraversano lo stretto di Bering e che giunti in Alaska si trasformano in pellerossa, indiani, Innuit, nativi. Forse non c'è una ripsosta, forse ci sono quarantamila risposte diverse, quarantamila battiti di cuore diversi. è la vita che scorre, è la vita che si manifesta, feroce, vorace, imprendibile, commovente.
essere là in mezzo quella domenica di fine settembre mi ha fatto sentire un po' più in sintonia con il mondo, davvero molto felice.
mica poco.
per la cronaca Muflo ha percorso il tragitto in quasi 5 ore.

domenica, ottobre 14, 2007

Film a tarda notte


è tardi e sto per andare a letto. Indeciso su quale libro leggere. Forse Le braci di Sandor Marai. accumulo libri da leggere e li scelgo a seconda dell'umore. Un ultimo zapping . magari trovo uno di quei film iniziati senza nome che mi turbano anche perché mutilati, incompleti. Con il satellite però è difficile trovare film senza titolo. Cult tv. una delle mie preferite. sta iniziando La pianista di Michael Haneke. C'è Isabelle Huppert. algida, incredibilmente algida. In superficie. dentro si fa male. Dentro è inarrestabile. poi anche fuori diventa inarrestabile. Un film asciutto crudo e crudele. Mi ha turbato. Non sono riuscito ada andare a letto. ho preseguito con un documentario sui Kurt Weill. sfogliavo libri. guardavo disegni. Niente da fare. La storia era sempre lì.
penso che leggerò il romanzo omonimo di Elfriede Jelinek da cui è tratto.
E chi se ne frega se l'ho scoperto solo ora.

La pianista, di Michael Haneke, con Isabelle Huppert, Annie Girardot, 2001

sabato, ottobre 06, 2007

un'altra Berlino


Perché il verduraio quando mostra la frutta alla cliente dice sempre che tale uva pesca arancia viene dalla Sicilia mica dalla Spagna? In Spagna ci sono stato e la frutta era gustosa. Anche a Berlino l’uva era buona e gustosa per non parlare del pollo arrosto che chissà da dove veniva.

Cambiare cucina è sempre un momento di festa. Sono uno di quelli che passa ore nei supermercati e nei mercati. Mi piace capire cosa la gente del luogo mangia veramente. Osservo i clienti che fanno la spesa come una signora che nel piano gourmet dei magazzini KADeWe in mancanza del pesto ariginiale opta con disinvoltura per una salsa al gorgonzola che fa una fatica terribile a pronunciare.

Sono innumerevoli i motivi, le passioni che si compiono durante i viaggi.

È bello scoprire CD dimenticati e a volte bellissimi nelle ceste fuori dei negozi di musica. Quelle ceste con tutto a un euro o magari due. In una di queste ceste ( a tutto un euro) in un negozietto di Cd di musica classica di Potsdam ho scoperto La Terre Commune di Elliott Murphy e Iain Matthews. Due nomi che ho semrpe sentito ma che non avevo mai preso in considerazione. Mi sembravano vecchi quando ero giovane pure loro erano giovani e così sono stato sedotto da altre passioni. Ora che ho molti meno pregiudizi e non seguo le mode invece sono rimasto incuriosito. Il CD è bello, suoni raffinati e morbidi resi più taglienti dalla chitarra insidiosa di Oliver Durand. Ballate senza tempo come devono esser le ballate. Trovi rimandi sparsi. Il miglior Springsteen, Mark Knopfler (qualche bella canzone l’ha fatta anche lui) e perfino il grandissimo Matt Johnson (The The).

Lo sto ascoltando in questo momento in un sabato di un autunno che qui a Bologna non arriva.

A Berlino era invece quasi inverno. Molta pioggia che ha miracolato la maratona di domenica 30 settembre.

Ero lì a da spettare i passaggi del mio amico Muflo. Vedevo sfilare la gente. 41000 partecipanti. Era l’umanità a correre. Il senso della vita mi è apparso attraverso quella sfilata infinita con la colonna sonora delle percussioni a ritmo di samba di un gruppo sistemato ai bordi del cordone di protezione. Ogni tanto sostituivo a mente il samba con Fatboyslim e intanto i 41000 continuavano a correre. Ero commosso per l’impegno, la foga, l’entusiasmo e la determinazione. Tutte quelle cose che rendono l’essere umano ogni tanto bello.

Mancavo da Berlino da 6 anni. Come sempre è cambiata . come sempre è diventata un’altra città. Una bella città indubbiamente. Dove non si urla e gli spazi sembrano deserti nonostante sia popolata da svariati milioni di abitanti. Poche macchine e molti bambini. La vita costa sempre poco e non sembra sempre sul punto di fare qualcosa di assolutamente fondamentale e urgentissimo come in altri posti. Una metropoli moderna che ha cancellato forse per sempre quel periodo di dopoguerra permanente durato fino a qualche anno fa, quando dopo la riunificazione si era creata la città decadente per eccellenza, forse ancora più decadente da quella cantata da Bowie alla fine degli anni Settanta. La Berlino degli anni Novanta era laboratorio, era Weimar, era Brecht, ancora Stasi. Era il trionfo della maceria, il fascino dell’estetica rovinista. Poesia per animi sensibili e malati. I palazzi di Prenzlauerberg ora sono puliti e magari fra un po’ saranno al marzapane come quelli di Praga. Le case hanno i bagni (per fortuna!) e gli strascichi della DDR sono finiti come oggetti memorabilia molto chic in negozi per turisti.

Il Kebab però è sempre il migliore che abbia mai provato (Istanbul compresa).

Elliott Murphy, Iain Matthews, La Terre Commune, Coast Coast, 2001.

lunedì, settembre 24, 2007

Io spio

Aspetto l’autobus in centro. Sul bordo estremo a destra del marciapiede così posso salire dall’entrata anteriore. Tanta gente. Osservo i cambi dell’antropologia degli utenti dell’autobus. È molto cambiata da quand’ero studente. La maggior parte delle persone ha ancora magliette a maniche corte e flip flap ai piedi. Come d’estate. La luce ha già assunto quei toni rossastri che descrivano le giornate di fine stagione. L’aria si elettrizza mischiando la nostalgia con la voglia di cambiamento.

Pensieri di basso profilo. Penso a un cd dei Mercury Rev che ho comprato da qualche giorno e che non ho ancora ascoltato come si deve. Il primo pezzo ha però un incedere bellissimo.

Penso a cose così.

Poi mi stufo di spiare quelli che aspettano alla fermata e con lo sguardo attraverso la strada.

E allora lo vedo. Se ne sta proprio all’angolo appoggiato al bordo di un negozio di ottica. Ha un completo scuro. Mi viene voglia di attraversare la strada e di salutarlo ma poi lo osservo meglio e dalla posizione sembra che sia un po’ curvo, come se stesse parlando al cellulare.

Mica ci vedo bene io. Ma sì, mi sembra un cellulare. Cosa vado a disturbarlo?… ma poi non è un cellulare o forse ha smesso e adesso si sta accendendo una sigaretta. È sempre nella stessa posizione di chi aspetta. Che faccio?

Nel frattempo l’arrivo dell’autobus mi distrae. Non è il mio è sempre quell’altro. Quell’altro autobus passa sempre più spesso. È chiaro, è evidente. Riguardo al di là del marciapiede e lui ha smesso di aspettare perché è appena arrivata una tipa. Una ragazza, vestitino corto, mi sembra. Capelli lunghi, carina. Peccato per i sandali alla schiava che non m i piacciono proprio. E qua si potrebbe aprire un bel discorso sui sandali. Si muove bene, sembra sicura, ha personalità. Potrebbe fare teatro.

Si abbracciano parlano come giustamente si fa e a me non va di continuare a guardare, distolgo lo sguardo, non sono cazzi miei. Eppure lo sguardo indugia su altri abbracci, qualche tenerezza.

Ma quando passa questo autobus? Il mio autobus.

Guardo fisso a sinistra dalla direzione da cui dovrebbe arrivare il mio autobus e mentre guardo penso alle spie. Al mestiere di spie, alla graphic novel di Matt Kindt che ho appena letto. Si intitola Superspy e la scritta sul dorso sembra un po’ quella di Superman fatta male e naif. Un libro di spie, storie di spie, tranche de vie quotidiane ambientate durante la seconda guerra mondiale nel fronte europeo. Storie piccole, a volte tristi, a volte con risvolti grotteschi come sono spesso le morti in tempo di guerra. Fare la spia è un po’ come avere il superpotere dell’invisibilità. Jonatham Lethem dice che quando si è piccoli il potere preferito è sapere volare, poi da grande diventa l’invisibilità. Io continuo a preferire il volo e non tiratemi fuori la solita sindrome di Peter Pan. Questa cazzo di sindrome l’avrà inventata uno che era già vecchio a cinque anni e diceva che guardie e ladri non era un gioco politicamente corretto.

Nel frattempo il mio autobus è arrivato. Anche altre persone hanno avuto la mia stessa idea di salire dalla porta anteriore e così ci scanniamo come si stanno scannando là dietro. Dopo che ho vinto con la macchinetta obliteratrice cerco dia assestarmi ed è allora che lo rivedo. Li rivedo. Si sono mossi dall’angolo nei pressi dell’ottico e si avviano. Dal finestrino sembrano dentro uno schermo. Diventano fiction. Lui cammina a capo chino e mani in tasca e non si avvede che lei invece ha cambiato direzione e sta attraversando la strada. Per un attimo sembrano che abbiano litigato e lei se ne stia andando ma poi lui se ne accorge, la nota e attraversa la strada per raggiungerla. Attraversa senza guardare. Si abbracciano e continuano per la loro strada.

Anche l’autobus va per la sua strada, fa il curvone si inoltra sicuro.

Io invece mi sento in colpa, mi sento sporco.

Chissà se anche le spie si sentivano sporche.

Matt Kindt, Superspy, Topshelf, 2007

Jonatham Lethem, La fortezza della solitudine, Il Saggiatore .Net, 2007

Mercury Rev, All is Dream, Canaveral Pictures, 2001

venerdì, settembre 21, 2007

cose fatte d'estate

Lo sapete, mi assento spesso. In questo caso spessissimo. è che sono proprio scarso a stare dietro ai diari. A mente lo scrivo tutti i giorni, ma poi su carta o su web è tutto un altro discorso. Così nel frattempo ho fatto diverse cose e non ne ho mai parlato qui.
giusto qualche giorno fa a Bologna nel consueto approfondimento annuale del festival di fumetto Arena! (giunto otmai alla nona, dico nona, edizione) abbiamo fatto un bell'incontro con Alessandro Bilotta, Sergio Ponchione e questa volta pure io, non in veste di presentatore ma di opsite. AAbbiamo parlato dei nostri"luoghi oscuri", ossia ansie angosce e riflessioni che stanno dietro al processo creativo dell'autore. Non è stata un'intervista ma piuttosto una conversazione a tre intervallata da domande del pubblico.
Poi cos'altro è successo?... ah sì ecco in edicola c'è Scuola di Fumetto n.54 che contiene una mia intervista e pure un fumetto inedito realizzato quasi in diretta durante la mia visita al Gran Canyon e Las Vegas. Il protagonista è Il Viaggiatore Distante.

La tavola che vedete invece è tratta da un libro che ha scritto Bepi Vigna in occasione del ventennale del Calgonone Jazz Festival che si è svolto a fine luglio appunto Calagonone, un posto meraviglioso sulla costa orientale della Sardegna. Area incontaminata ultraprotetta.
Il titolo del libro è "Da vent'anni" e guarda caso si occupa di jazz. Molta atmosfera. Sarà probabilmente in vendita a Lucca nello stand della Black Velvet.

Cos'altro ancora. Per quanto riguarda Esperanto sono nell'ultimo quarto. Un'impresa titanica. Almeno per me. Stringo i denti e vado avanti.

Mostre. A fine ottobre a Macomer in provincia di Nuoro continua la mostra che comprende le mie tavole a tema musicale: saranno esposti i disengi di "Da vent'anni" e del libro su Irving Berlin ( se andate sulla home page dle mio sito potete dare un'occhiata).
Invece in occasione della nuova edizione di Fumetti TV a Treviso ci sarà in mostra una selezione di Tobacco.
Insomma qualcosa l'ho fatta e qualcosa sto facendo. Si va avanti.
nel frattemppo vi chiedo di nuovo scusa per il compartemento assenteista.

venerdì, giugno 22, 2007

4 passi nel mistero

Un piccolo laboratorio per gli appassionati. ci incontriamo martedì 26 e giovedì 28 giugno dalle 15.30 alle 18.30 a San Lazzaro di Savena, praticamente a ridosso di Bologna.
Nella locandina allegata ci sono anche altre informazioni essenziali.
vi aspetto!

mercoledì, giugno 13, 2007

moratoria per fermare la pena di morte

mi chiedo perché tutte le persone che affollano con entusiamo le piazze per manifestazioni e proteste contro qualcuno o qualcosa non affermino con altrattanta forza e sicurezza un bel No secco alla pena di morte, un appoggio incondizionato alla moratoria proposta soprattutto dai radicali. Come sempre si annega nell'ideologia più greve. quel che conta è l'appartenenza al gruppo. Il resto non conta.

venerdì, giugno 08, 2007

esperanto di notte

è una delle pagine di esperanto che mi piace di più. atmosfere in contrasto. Diversi, luoghi diversi. Due declinazioni del concetto di città che mi è caro. la visione della notte metropolitana e le rovine di un passato ancora presente ed essenziale. ho usato tecniche diverse che ho voluto unire e fondere come un alchimista. matita, china acquerello, colore digitale. una varietà di trattamento grafico nata per differenziare la resa emotiva dell'atmosfera e che piana piano, quasi senza accorgermene sta diventando un aspetto distintivo del mio lavoro.

venerdì, giugno 01, 2007

One night on Broadway

questa è la copertina del mio libro su Irvin Berlin appena uscito per la Nocturne. ne è valsa la pena aspettare prima che uscisse secondo la programmazione. mi piace proprio, bella la confezione, la stampa e la scelta dei brani.
lavorare con la musica ( non solo ascoltandola) è sempre stato uno degli aspetti più importanti della mia ricerca. fare un libro su un musicista disegnando pensando alle canzoni al ritmo è stato davvero stimolante, inoltre mi ha consentito di andare in territori che non avevo mai percosro prima, quelli di lasciarmi andare a una stesura di getto, d'istinto, a un uso del pennello rabbioso e e sincopato eppure swingante come poteva essere il ragtime.
per i più curiosi ecco il link della nocturne dove poter leggere di più su questo libro.
http://www.nocturne.fr/produit.cfm?id_produit=7132&liste=irving%20berlin;0;1;0;0

lunedì, maggio 28, 2007

e voilà!: Space Magazine

modelle bellissime che si mettono in posa seguendo le istruzioni di un progetto. il progetto è di Davide Conti art director e del mio alter ego Mario Rivelli in veste di copy. Insiemne abbiamo creato Space Magazine una rivista a diffusione vastissima per i saloni di parrucchieri aderenti allo Spazio Hair Community. Abbiamo pensato a un qualcosa di diverso e nuovo che possa allietare il periodo di attesa dei cllienti nei saloni e dare qualche consiglio tecnico e creativo ai parrucchieri. Ci siamo divertiti a espolare un territorio nuovo e del tutto inedito. Molto bello, molto divertente. le foto sono di Stefano Bidini e lo styling di Luca Valli.

lunedì, maggio 21, 2007

Salvezza!


ieri ho seguito la partita in piedi facendo uno zapping feroce che andava da Videolina al quelli che il calcio, addirittura sui canali dei talk show dove tutti urlano contro tutti.
non ho avuto la forza di gioire dopo il pirmo goal di Suazo e poi nemmeno quando ha segnato marchini.
ho dovuto e voluto attendere come tutti gli altri tifosi malati come me che finissero le altre partite per saltare e sbraitare unedo al movimento frasi da turpiloquio e gesti eloquenti.
alla fine il Cagliari si è salvato. e non è mica una cosa da poco.

mercoledì, maggio 02, 2007

il corretto uso dell'acqua


il 3 maggio sarò a Firenze a parlare con Francesca Capelli del nostro libro Amo l'acqua edito da Giunti Progetti Educativi. Alle 10 incontreremo gli allievi delle scuole medie presso villa Demidoff. mai come in questo momento diventa doveroso affrontare con intelligenza l'emergenza acqua. conoscerne l'incommensurabile valore e gestirne un uso corretto. Con Francesca capelli cercheremo di dire qualcosa di utile con garbo e ironia come del resto serve in frangenti simili.

venerdì, aprile 13, 2007

Goodbye Mr. Vonnegut

Ho appena letto che è scomparso Kurt Vonnegut. Ha scritto uno dei libri che ha inciso di più nel mio immaginario. Mattatoio 5 a distanza di anni rimane sempre un passo avanti per stile e soluzioni narrative. Giochi di linguaggio e giochi narrativi usando i generi e attraversandoli e ribaltandoli. Il protagonista Kilgore Trout assunse anche un'identità terrena incarnadosi come autore di un altro romanzo visionario iperfreak, quel Venere sulla Conchiglia che solo anni dopo si rivelò come opera pirotecnica di un grande della fantascienza: Philip Josè Farmer.
si fa fatica a rendersi conto che uno scrittore come Vonnegut, essenza stessa della modernità non ci sia più. E me ne dispiace.

domenica, aprile 08, 2007

Pasqua sarda

Un ritratto di Grazia Deledda per gli amici del Circolo Sardegna di Firenze.
Senza volerlo a livello di coscienza oggi mi sono troavato a leggere Salvatore Niffoi e ad ascoltare Andrea Parodi. Cultura indubbiamente sarda, fortissimamente sarda. Non è nostalgia visto che raccontano di posti e suoni che non ho mai conosciuto a fondo. Non so cosa sia se richiamo, se retaggio o cos'altro. Però in questa giornata di Pasqua a Bologna mi sono sentito in Sardegna. Odore di mare e di macchia mediterranea. Salsiccia alla brace e agnello che non mangio mai. Quei colori abbaccinanti, quei suoni ruvidi, taglienti li sento incredibilmente vicini. Penso che se un giorno sarò conquistato dall'urgenza di esplorare luoghi e una cultura che mi ha sempre sfiorato senza possedermi del tutto sarà ua presa di coscienza nitida. Mi metterò in marcia, magari a piedi, e viaggerò cercando di capire, cercando di darmi delle risposte, cercando di mettere a fuoco una possibile identità latente. Sono nato in una città di mare, mi sono cibato di pesce e non ho mai amato la carne. Mi sono crucciato di essere nato in un'isola senza vocazione marinara, senza quella curiosità indomita verso l'esterno, verso il mondo circostante. Forse è tempo che pensi a viaggiare verso l'interno, ritrovare tra le rocce e le querce qualcosa di nascosto che pure possiedo e che gli altri notano.
Mi metterò in viaggio e prenderò appunti. Forse saranno più che appunti.

giovedì, aprile 05, 2007

Clock DVA Advantage

Quando mi avvicino dopo parecchio tempo a un disco che nel passato ha rappresentato tantissimo lprocedo con molta cautela. ho paura della delusione, di un brusco ridimensionamento dovuto allo scorrere degli anni su di me, sulle cose. ascoltare qualcosa inserito in un reciso contesto storico fa un po' l'effetto museale. così l'altro giorni ho ascoltato dopo diversi anni Advantage dei Clock DVA. un disco del 1983. un disco che declina musicalmente il concetto di noir. quand'era uscito il noir non era ancora così diffuso, non era diventato il grimaldello narrativo per parlare della contemporaneità. suoni cupi, ruvidi con un piano malato, un drumming incessante e strasichi vagamente jazz. Titoli struggenti. Tortured heroin, Poem, Brief Encounter. molte suggesioni.
anni dopo incontrai Adi Newton per intervistarlo. I clock Dva avevano preso da parecchio tempo la svolta elettronica. ero emozianto e Newton mi sembrava una specie di De Niro con i capelli rossi. Fumava molto. A distanza di anni Advantage è stata una bella sorpresa- a parte le emozioni ritrovate c ene sono state anche delle nuove. un po' come quei libri che ti seguono per tutta la vita offrendoti altre chiavi di approccio sempre inedite ed entusiasmanti.

Domanda. esistono per voi libri o dischi che vi accompagnao da anni raccontandovi sempre qualcosa di nuovo?

venerdì, marzo 30, 2007

Pallottola cubana


questo qui sopra è il nuovo logo del miio sito. fra un po' saraà online con un altro po' di restyling grafico che a questo punto ci voleva proprio. L'animaletto in quetsione è un un istrice. abbastanza simile a come mi sento in questo periodo. ossia teso e affaticato. A differenza del porcospino l'strice lancia gli aculei. Potrei lanciare qualche pennino usato.
Ora parlo di sogni. uno dei miei.
Ogni tanto si fanno sogni che si fa fatica a inquadrare. come questo che vi racconto. è breve. più che altro sensazioni.
sono a Cuba in mezzo alla folla. non so perché sono in mezzo alla folla in festa, ma ci sono. c'è davvero tanta gente e tanto caldo. Aspettano. Invocano Fidel Castro. è il suo primo discorso dalla grave malattia. Pre sia guarito o così si vuoe fare credere. Prima arrivano uomini in divisa, poi si vede il fratello Raul e infine, sorretto da alcuni soldati in mimetica arriva anche il Lider maximo. si muove a fatica, viene quasi trascinato. Sembra suonato. indossa una di quelle tute con cui lo mostrano inTV. Una tuta rossa , marca Puma mi sembra. Tutti sembrano ancora più in festa. anzi in delirio. volano palloncini e qualcuno piange, qualche altro alza in cielo i bambini. e io in mezzo a prendere spinte, che non gioisco, ma che cerco di fare foto.
poi Castro inizia a parlare. Parla a fatica e capisco poco. Devono essere però parole efficaci visto che tutti applaudono convinti. si sente anche della musica, di quella che non mi piace a base di trombette, congas e troppa allegria. insomma il salsa che va sempre di moda.
poi al culmine del tripudio succede qualcosa. sulla fronte di Castro compare un piccolo foro che si espande rapidisimo. Il foro diventa una macchia, una rosa che cola sangue su tutto il volto. Castro sbarra gli occhi poi cade per terra. morto. la scena viene presa dall'alto in modo che si possa vedere il cadavere stecchito sulle assi di legno del palco. Intorno i soldati agitati, la folla mmutolita. il panico. e io sempre in mezzo a loro che quasi mi sento colpevole, che quasi mi dispaice che Castro anche se non mi sono mai esaltato per Cuba e ciò che simboleggia, mi dispaceva di avere assistito a un fatto storico così drammatico. In fondo, qualcuno che non si era ancora accorto di niente continuava a suonare salsa con la consueta allegria fuoriluogo.
mi sono svegliato di soprassalto interrogandomi di perché avesse sognato la morte di Castro. Ho dormito male e oggi avevo un gran malditesta che i disegni mi davano fastidio solo a vederli. Dopo un po' mi è tornato in mente Castro con la sensazione netta che fosse davvero morto. Ho cnotrollato le agenzie di news online e nessuno riportava la notizia. Comunque sia quel buco in fronte continua ad apparirmi con insistenza. Proprio non se ne va via. bang!

martedì, marzo 27, 2007

Notturno piovoso

è tardi e sono stanco. Forse fuori piove. c'è l'ora legale e sembra inverno. Straniante attraversare Piazza Maggiore quasi deserta. Ho appena spedito delle tavole a Laura, la colorist. Scrivo due righe prima di andare a dormire. Per esempio qualche considerazione sull'affluenza di pubblico durante il festival Bilbolbul. tanta gente. curiosa, appassionata e attenta. è stata una sorpresa davvero piacevole. Un elemento in più a testimoniare lassurdità che una città come Bologna così ricca di autori e di editori e di altri addetti ai lavori non avesse un festival, o qualcosa di simile, che accomunasse, avvicinasse.
Per quest'anno c'è stato. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di farlo sedimentare e crescere. lavoro. come sempre e per tutto ci vuole il lavoro.
già il lavoro. mi chiedo perché devo stare a disegnare fino alle 2 del mattino. La risposta è ovvia. Perché devo mantenere il ritmo. Bella scoperta. anche Stephen King deve mantenere il ritmo. un sacco di altra gente che scrive o disegna deve mantenere il ritmo. Eppure hanno una giornata più equilibrata. Magari hanno anche tempo libero.
Mi rendo conto che da diverso tempo esco solo per lavoro o per comprare qualcosa che mi serve per il lavoro ( vedi libri o attrezzatura).
lavora re così anche di sabato e di domenica è la norma. quando non è così mi sembra strano.
è quasi un rapporto perverso con il lavoro. il lavoro ti fa pensare a cose concrete, come le scadenze, la composizione di una pagina, le chine ecc. e non ti fa pensare ad altro, alle cose che fanno male, che ti fanno star male.
Quando consegno un lavoro che mi ha risucchiato fino in fondo per qualche giorno non riesco ad a orientarmi. faccio gesti e rituali convulsi. la routine.
alla fine va ene così, perché questa è la vita che mi sono scelto. Ritmi incostanti che si fanno incadecenti fino all'impresa. alla fine di ogni libro dico e giuro che dal prossimo farò come tutti i professiinsti e gli artigiani. orari fissi, sabato in centro e domenica gita fuoriporta.
ci tento, ma non ci riesco, qualcosa non funziona mai.
E allora non mi resta che una grande ammirazione per tutti questi fondisti che hanno fatto della regolarità la mossa vincente per costruire giorno dopo giorno l'opera.
Così non c'è giorno che non pensi a Magnus e Jack Kirby. Sono cresciuto con loro consumando le pagine di Alan Ford e dei Marvel.

giovedì, marzo 15, 2007

Ancora Esperanto

Dopo gli esperimenti casuali e curiosi del post di ieri, ecco la tavola di Esperanto così com'è davvero. è una di quelle che preferisco. C'è il motore della storia, la presentazione di un gioco da tavolo a metà strada tra il Risiko e i Monopoli, senza dimenticare il Subbuteo, la cerniera tra l'infanzia e quell'altra età di mezzo non meglio identificabile. Non sono mai stato un gran giocatore, più che altro mi piace l'oggetto, la confezione. di solito gioco una volta all'anno a casa di un'amica e collega con altri amici e colleghi. Ogni anno un gioco diverso, ogni anno vince sempre lo stesso. Si punta tutto a minimizzare il distacco, che è già una vittoria. Avevo già parlato di giochi in un altro libro, Loving the Alien. Parlavo proprio di Subbuteo come prima metafora di confronto nella vita. Oberdan, il protagonista perdeva sempre ogni partita. Bruciava le tappe per diventare un perfetto loser e pure nerd, condizione eccentrica necessaria per combinare qualcosa da adulto.
Sono giorni che inchiostro. Uso pennino e inchiostri americani, ma anche pennarelli giapponesi prodotti in Italia e poi 3 tipi di gomma pane a seconda dell'intervento che desidero ottenere. Mentre disegno ascolto una quantità sconfinata di musica. ma questo è un fatto noto. cerco solo di dare un percorso alla quotidianità.

Stamattina presto leggevo qua e là il saggio catalogo di Magnus a cura di Hamelin edito da Black Velvet che esce in concomitanza della sua mostra. è davvero denso e corposo. Diversi punti di vista, diversi approcci per raccontare un artista ma soprattutto un uomo. Bello il parallellismo fatto da Brolli con Salgari, e aticolata e profonda la risposta di Bernardi riguardo all'esigenza, alla necessità della scrittura.
Continuerei a leggere pure gli altri saggi, ma la tavola mi reclama.
Nel pomeriggio si va all'apertura della mostra.

mercoledì, marzo 14, 2007

appuntamenti per il festival

Stavo caricando una pagina a colori di Esperanto, non so cosa sia successo ma alla fine è venuto fuori questo scherzo. è esattamente l'opposto di com'è in realtà, ma devo dire che, superato lo spiazzamento, mi piace. ha un suo fascino glaciale e d'altri tempi.
In attesa di riuscire a capire l'arcano ne approfitto per ricordarvi l'appunto con la prima edizione del Festival Internazionale di Fumetto di Bologna.
domani, ossia giovedì 15 marzo iniziano i la vori del congresso su Magnus a cui seguirà la mostra monografica. Il tutto alla pinacoteca nazionale in via Belle Arti.
Ovviamente evento da non perdere.
Chi invece vuol passare con disinvoltura dalle vette irraggiungibili delle opere di Magnus alle mie performances decisamente più modeste può comunque seguirmi in ben 3 incontri:
venerdì 16 marzo, alle 0re 12 presso la Sala Silentium di Vicolo Bolognetti parlerò con esponenti istituzionali delle nuove leve del fumetto a Bologna. Alle parole seguirà anche la mostra.
sabato 17 marzo, alle ore 17,30, invece sarà il mio turno di dedicaces presso il Portico del quadrilatero del Podestà. è un posto che detto così non sa nessuno (io compreso) ma che è il loggiato adiacente a piazza Re Enzo e piazza maggiore, più o meno dove c'è il caffè La Linea (noto anche a non bolognesi). A disegnare con me ci saranno anche Vanna Vinci, Laura Scarpa, e Nicola Mari, insomma i fantastici 4.
domenica 18 marzo, alle 19,30, invece un bel brindisi alla libreria il Portico in via Rizzoli (quasi a ridosso delle 2 torri e a fianco del Mc Donald's). L'occasione è la presentazione della mostra sul Progetto Corsaro Nero realizzato in diretta durante la scorsa edizione di Arena! (www.arenadelfumetto.it). Tavole originali di tanti autori (vedi post precedenti) che saranno presenti.
E poi basta fino alla Fiera del libro per ragazzi e subito dopo il Comicon.

lunedì, marzo 05, 2007

L'altra via


Quando sono sotto pressione per un lavoro esteso e articolato (ossia Esperanto) e che mi fa disegnare per lunghi periodi di tempo con il medesimo rigore (matita e pennino), sento l'esigenza di spezzare il ritmo concedendomi delle digressioni notturne. Faccio disegni con approcci differenti, tecniche differenti che faccio fatica a usare in qualche progetto"ufficiale". A volte poi capita che questi disegni evasi diventino anche gli apripista verso strade nuove. Adesso il desiderio di usare la matita come segno definitivo ha raggiunto livelli di urgenza altissimi. Fermarmi alla matita e non arrivare alla china. lavorare sulla matita cercando di mantenere quella freschezza inarrivabile ma cercando di conferire rigore e dininizione. ampliare in una storia lunga quello che finora ho fatto solo con le illustrazioni. Il respiro e la tenuta sono altri. L'illustrazione è roba da scattisti, tutto in una corsa. meraviglia e scintille. Il fumetto è una marcia, gara di fondo, maratona. a volte ci stanno le pose scomposte, gli interventi rudi. Disegnare una storia solo con la matita sarebbe un punto di arrivo, quindi una ripartenza verso oltre, di una ricerca durata anni. Ci penso e quando posso agisco. La via però è questa.

giovedì, marzo 01, 2007

Festival Internazionale di Fumetto


COMUNICATO STAMPA

BilBOlbul. Festival Internazionale di fumetto

Iª edizione

Bologna 14-18 marzo 2007

a cura di Hamelin Associazione Culturale

Dal 14 al 18 marzo 2007 Bologna si rivela finalmente come capitale del fumetto con la Iª edizione di BilBOlbul. Festival Internazionale di fumetto a cura di Hamelin Associazione Culturale.

Il Festival è promosso da Comune di Bologna, Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Con il contributo di: Hera, Ascom, Coop Adriatica, Librerie Coop, Aeroportodi Bologna, ARCI Bologna, Pan Distribuzione, con il sostegno di: Accademia di Belle Arti, UniboCultura, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Cineteca di Bologna.

Bologna da sempre ha avuto un ruolo di fondamentale importanza nella storia del fumetto italiano e internazionale e BilBOlbul vuole essere l’occasione per fare emergere la vitalità della città in ambito fumettistico, creando una vera e propria invasione della città da parte del mondo dei comics. Al centro del Festival gli autori e il dialogo tra fumetto e le altre arti. Protagonisti della scena, infatti, i numerosi autori nazionali e internazionali presenti al Festival con le loro opere, molte delle quali inedite in Italia. Riflettori puntati anche sulla forte contaminazione tra le arti, attraverso il confronto tra il fumetto e il cinema, la letteratura e le arti visive. A testimonianza della vocazione internazionale dell’iniziativa sono i gemellaggi già dalla prima edizione, con il Festival di Lucerna in Svizzera e il Festival di Bastia in Corsica.

OMAGGIO A MAGNUS

Evento speciale di questa prima edizione è la mostra MAGNUS. PIRATA DELL’IMMAGINARIO (dal 15 marzo, inaugurazione ore 18.30, al 13 maggio- Pinacoteca Nazionale), doveroso omaggio a Roberto Raviola (1939-1996) al secolo Magnus, grande fumettista bolognese, la cui opera ha segnato la storia del fumetto. Per la prima volta a Bologna i tesori di casa Raviola insieme a quelli di Giovanni Romanini, Alessandro Pastore e altri collezionisti di tutta Italia andranno a comporre un’esposizione inedita per numero e ricchezza del materiale, con più di 300 tra opere e bozzetti e numerosi lavori mai mostrati al pubblico.

Suddivisa in nove sezioni che ripercorrono cronologicamente il suo lavoro e corrispondono a nove nuclei fondamentali della sua poetica, la mostra intende indagare l’opera di Magnus in relazione all’immaginario collettivo. Magnus stesso si definiva “pirata” dell’immaginario e tutta la sua creazione è contrassegnata dal piacere e dalla sfida di attraversare territori diversi, quasi spinto dal desiderio di produrre una grande opera dove fossero presenti trasversalmente tutti i generi, le ambientazioni, i topoi narrativi. La mostra dà inoltre largo spazio a momenti fondamentali per l’autore, dalla stesura della sceneggiatura, allo studio dei personaggi e ambienti, ai bozzetti. Tra le opere esposte, le tavole dei personaggi che lo hanno accompagnato nel suo fecondo percorso di artista: dalla prima produzione con Kriminal, Satanik, Alan Ford e Maxmagnus, alle opere della maturità come Lo sconosciuto, I Briganti, 110 pillole, Milady e il Texone, albo speciale di Tex Willer, considerato il suo testamento artistico.

Il progetto dedicato a Magnus si completa con il Convegno Magnus. Pirata dell’Immaginario (15- 16 marzo- Accademia di Belle Arti). Tra i relatori delle due giornate di studio attorno all’opera del fumettista si segnala la presenza di Antonio Faeti, Sergio Bonelli, Vittorio Giardino, Loriano Macchiavelli, Aleksandar Zograf e tanti altri tra esperti, studiosi e critici, artisti nazionali ed internazionali chiamati a riportare una loro testimonianza sullo stretto rapporto intessuto con l’autore.

Gli interventi del convegno, più altri, scritti appositamente per l’occasione, andranno a formare il volume illustrato di saggi critici Magnus. Pirata dell’immaginario edito da Black Velvet.

Un ulteriore tributo a Magnus arriva da Davide Toffolo, uno dei migliori fumettisti italiani della nuova generazione, che presenta, per la prima volta al pubblico, le tavole originali della biografia romanzata di Magnus, a cui sta attualmente lavorando. Toffolo è noto per la sua produzione di opere in cui racconta il suo incontro con grandi del passato, dello sport e della cultura, come Primo Carnera e Pier Paolo Pasolini

Attorno al ricordo di Magnus, il Festival si espande poi a macchia d’olio in città.
Ed è proprio la partecipazione della città il primo grande risultato dell’evento. Finalmente Bologna si rivela capitale del fumetto non solo per la quantità e l’importanza di autori e opere prodotte, ma anche perché fisicamente si farà città del fumetto: mostre, incontri, proiezioni invaderanno le strade, i portici, i negozi di Bologna con una distribuzione su tutto il territorio del centro cittadino. Dalla Pinacoteca al Museo Ebraico, dal Museo della Musica alla Cineteca, dall’Istituto Parri alle gallerie Graffio, Ram Hotel, Squadro, dalle librerie Feltrinelli, Modo Infoshop, Librerie Coop alla Biblioteca Sala Borsa Ragazzi fino al quadriportico di Palazzo re Enzo dove gli artisti ospiti saranno disponibili a fare dedicaces durante i giorni del festival.

La vocazione del Festival fin dalla sua prima edizione punta all’internazionalità, facendo così emergere il ruolo che gli artisti e gli editori presenti in regione già hanno con tutti i centri produttivi più importanti nel mondo. E’ grazie alla partecipazione attiva degli editori che sarà possibile vedere le opere di Rutu Modan, Frederick Peeters, Aleksandar Zograf, comprese vere e proprie anteprime assolute come le tavole originali di nuove stelle del fumetto contemporaneo quali Marko Turunen, Arne Bellstorf, Anke Feuchtenberger.

Il desiderio di mostrare le sfaccettature e gli esiti più significativi della scena contemporanea si riflette anche sulla scelta di alcuni degli ospiti nazionali del Festival: il gruppo Canicola, Gianluca Costantini, Sara Colaone, Paolo Parisi, gli autori coinvolti nelle collettive “Futuro Anteriore” in collaborazione con Napoli Comicon e il Centro Fumetto Andrea Pazienza, “Arena” 2006, gli esordienti di Flashfumetto, il portale del Comune di Bologna interamente dedicato al fumetto.

Non poteva mancare inoltre una sezione rivolta ai bambini con una mostra dedicata a Pinky, il coniglio di professione fotoreporter, creato dall’estro di Massimo Mattioli, uno degli autori di fumetto più eclettici degli ultimi quarant’anni (pop artist, illustratore, designer pubblicitario).

Hamelin Associazione Culturale, da anni attiva sul territorio nazionale, si occupa dello studio e della promozione del fumetto e dell’illustrazione, attraverso l’organizzazione di mostre, attività didattiche, incontri con autori, pubblicazioni e l’omonima rivista, vincitrice del premio Lo Straniero 2006.

Media Partners di BilBOlbu: Flashfumetto, Internazionale, Lo Straniero, Radio Città del Capo, Scuola di Fumetto

Festival Partners: Bd à Bastia, Fumetto| Lucerna, Napoli Comicon.

Per info: Hamelin Associazione culturale tel. 051/233401

e-mail: bilbolbul@hamelin.net

Sito www.hamelin.net

Biglietto per la mostra MAGNUS. PIRATA DELL’IMMAGINARIO

6 euro (ingresso gratuito per gli studenti delle accademie)

Ingresso gratuito per tutti gli altri eventi e mostre

Il Corsaro Nero in mostra

a metà marzo per quanto riguarda il fumetto a Bologna succederà di tutto. A partire dalla prima edizione del Festival Internazionale di Fumetto a una serie di eventi che comprendono mostre, incontri, convegni, dedicasse, laboratori. Insomma tutto per riportare Bologna a quel ruolo di centralità culturale che l'ha caratterizzata per decenni. Sforzi congiunti di varie realtà che hanno deciso di fare fronte comune per raggiungere un obiettivo ambizioso e importante. Tra le varie iniziative comprese nel programma a seguire segnalo una mostra che mi vede partecipe in un ruolo un po' più defilato, almeno visivamente. è la mostra che raccoglie ed espone per la prima la sessione completa dei lavori relaizzati in diretta nello scorso settembre durante la consueta edizione di Arena!. 16 disegnatori che hanno disegnato in diretta una mia sceneggiatura originale basata sun un capitolo apocrifo del primo romanzo della trilogia salgariana.
ecco nei dettagli luogo e date. Buona visione!

Diciotto fumettisti per il “Corsaro Nero”

In collaborazione con Lex Lutor, Libreria Il Portico

Una mostra che raccoglie le tavole realizzate il 9 e il 10 settembre 2006 in occasione della manifestazione Arena!, organizzata dall’Associazione Giardini Margherita/Gruppo Lex Lutor.

Si tratta di un progetto che ha visto diciasette autori disegnare in diretta un fumetto basato su una sceneggiatura originale scritta da Otto Gabos e ispirata al celebre eroe salariano. Ognuno dei disegnatori si è cimentato nella realizzazione di due tavole che verranno raccolte prossimamente in un volume edito da Black Velvet. Gli autori esposti sono: Andrea Borgioli, Onofrio Catacchio, Clod, Davide Fabbri, Lucio Filippucci, Francesco Guerrini, Ivan Mantovani, Francesco Mattioli, Filippo Neri, Alessandro Poli, Tom Porta, Davide Reviati, Piero Ruggeri, Massimo Semerano, Donald Soffritti, Alessandro Vitti e Sonia Zucchini.

Libreria Il Portico | 16 marzo – 15 aprile | lunedì-sabato 9.30-24

Brindisi con gli autori in mostra: domenica 18 marzo, ore 19,30


mercoledì, febbraio 28, 2007

una mattina con Mario Biondi

Che dire?
questo disco mi fa venire il buonumore. mi fa lavorare in scioltezza. direte che Mario Biondi non fa niente di nuovo, che fa standard arrangiati in maniera ultraclassica con quel tipico sound a metà tra il bossanova e nujazz, che canta a metà strada tra Barry White, Isaac Hayes e Chris Rea. ma alla fine chi se ne frega. forse è anche per tutto questo che mi piace e me lo ascolto in continuazione.
la giornata è iniziata con il politologo Sartori che parla del bunker ideologico di Prodi, di mio figlio che ha sognato che eravamo inseguiti da lupi e volpi e bastava un albero a nasconderci e proteggerci e la giornata continua fra poco dopo l'upload di queste righe con una nuova pagina di Esperanto da inchiostrare. Sto facendo la scena di uno sciopero di massa con fischietti, megafoni (mica facili da disegnare) e manganelli in azione. a metà mattina riunione telematica con Laura che sta colorando alla grande. pomeriggio a inchiostrare e a soffrire per il mio Cagliari che gioca a Torino. Serata a preprarmi un intervento oratorio che farò domani pomeriggio in un convegno organizzato dal CADIAI di Bologna. titolo del convegno: Il castello dei mostri, Attività espressive e intervento educativo in psichiatria dell'età evolutiva.
buona giornata e torniamo a lavorare in compagnia di Mario Biondi.
handful of soul...

martedì, febbraio 27, 2007

Going in style

per chi disegna fare la notte è una prassi comune. dico purtroppo perché è una cosa pesante. fare la notte significa stare svegli e lavorare. tra domenica e lunedì ho quasi fatto la notte. erano le 6 circa quando sono andato a letto. lavoravo alternandomi tra la tavola di carta e il computer e ascoltavo in sottofondo la lunga maratona per la notte degli oscar. Mi sono quasi commosso quando è salito sul palco Ennio Morricone a ritirare un premio che poneva un rimedio seppur tardivo a una carriera strepitosa. era davvero curioso e bizzarro che uno come lui non avesse mai vinto l'oscar. Invece Celine Dion che cantava la colonna sonora di Titanic sì. E Celine Dion era di nuovo lì a interpretare Morricone. Non mi è piaciuta affatto la versione. Non mi piacciono affatto queste interpretazioni dove si fa sfoggio di virtuosismo vocale spennellato da una dose appiccicosa di pathos a buon mercato. è un po' una costante comune a buona parte degli interpreti americani. Lo ammetto sono sempre stato più incline alla secchezza elegante britannica.
Tra una pagona di lavoro e l'altra ho gioito per Martin Scorsese. Forse insieme a Coppola e Lynch è il regista dell'America contemporanea che preferisco. Anche in questo caso si tratta di un premio tardivo e riparatore. Se si pensa alla filmografia di Scorsese c'è solo da farsi venire i brividi. è la storia del cinema.
Invece c'è stato un film visto nel pomeriggio che forse non ha fatto la storia del cinema ma che mi ha colpito parecchio.
è del 1979 per la regia di Martin brest ( quello che anni dopo avrebbe portato al successo la serie di beverly Hills Cop). In italiano si chiama Vivere alla grande, ma è il titolo originale Going in style a rendergli giustizia. è una storia di 3 vecchietti che vedono consumarsi il loro ultimo spicchio di vita su una panchina di Queens. una panchina come tante, come quelle di Bologna, di Cagliari ecc. la noia si fonde con l'inutilità. I 3 vecchietti sono attori straordinari. George Burns, Art Carney e Lee Starsberg. per dare un senso all'inutile e dignità a un'esistenza soffocata decidono di fare una rapina a una banca. e ci riescono pure. da lì si alterna un gioco sottile tra commedia e dramma. dialoghi secchi e calzanti come lo sono stati quelli del decennio in questione. Una fotografai quasi sciatta da periferia, da canicola estiva, Hotter then july cantava Steve Wonder. e in quell'unidità afosa vengono fuori le persone e le storie.
non so perché, ma è da un po' di tempo che mi attraggono le storie al termine della carriera. sarà per le chiacchierate con mia madre che vive sola e lontano da me ma che va aavanti con grinta e curiosità. la vecchia terza età mi offre stimoli e riflessioni narrative che non avevo mai considerato appieno. c'è un oceano di ricordi, di esperienze e anche di speranze che aspettano solo di essere raccontate. storie lo sono già da un pezzo.

martedì, febbraio 13, 2007

Il figlio della notte

Spesso non mi ricordo la trama dei libri che ho letto e dei film che ho visto. ci sono persone che invece si ricordano per filo e per segno tutto (o quasi ) e a volte addirittura i dialoghi. io no. pIù che altro mi rimane ciò che chiamo l'essenza, il mood, lo spirito, ma poi tutto si sfilaccia. capita così che periodicamente legga libri già letti o riletti. Stessa cosa dicasi per i film. é uscito da poco la ristampa de Il figlio della notte di Jack Williamson. ho comprato il volume ( anche se lo possedevo già) perchè fa parte di Urania Collezione, unica serie da edicola di cui facccio effettivamente la raccolta. e non ho fatto a meno di rileggerlo. a distanza di circa 6o anni ha ancora intatto tutto il suo fascino, in bilico tra noir, horror, fantascienza(poca) e romance. è parente strettissimo el film cult Cat People uscito nello stesso periodo. se lì il fascino era nelle immagini e nella spelndida fotografia qui invece è nella forza visionaria e oserei dire sensuale di certe sequenze. come ho detto non mi ricordo le trame. e rileggere Il figlio della notte diventa una scoperta che si rinnova. Me lo porto in giro in autobus o le leggo nei ritagli di tempo o durante le sessioni allo scanner (avete presente quan'è noioso stare dietro agli scanner?)
è da anni che pesn sarebbe bello scriverne il seguito. Mi chiedo perché Williamson non l'abbia mai fatto e perché la versione anni '80 di Cat People sia così brutta.
lo leggo e lo vedo in bianco e nero con solo l'aggiunta dei capelli rossi della protagonista April. . nella mia mente si manifesta un po' film un po' graphic novel (ma non m'immagino disegnata da chi, forse Kaluta?)
Consigliato vivamente.

venerdì, febbraio 09, 2007

My Beauty?

Capita a volte, mentre spulci tra gli scaffali dei negozi di cd usati di trovare cose che quando erano uscite anni prima ti erano sfuggite. Possono essere delle vere e proprie perle come Outernational di Billy Mackenzie, trovato in un negozietto di Berlino, o i misteriossimi Morning Star, bizzarro incrocio tra country e stile Canterbury, scovato in una cesta di CD sfigati in un secondamano nei pressi della PAM di via Bellaria, oppure come questo che vedete qui sopra. è lui, Kevin Rowland, quello di C'mon Eileen, dei Dexy's Midnight Runners. anni '80, poprock celtico (ma assai poco leghista). poi anni di oblio. tanti. pare i soliti problemi di droga. La grande chance gli capita nel'99 con questo My beauty. ti spiazza già dalla copertina. sono lontani i tempi cui kevin si presentava con tanto di salopette rurale e aria assorta sul gradio della casa della fattoria. rimani davvero spiazzato anche quando scorri il booklet interno. anche lì è tutto un gioco di boa piumosi. poi mentre metti su il cd cominci a leggere qua e là . traduco. "Queste canzoni mostrano la mia definizione di bellezza. Ho capito che avevo bisogno di inciderle prima che potessi fare qualsiasi altra cosa". Accidenti! ascolto. si apre con The greatest love of all. sì, quella canzone di Whitney Houston. quella canzone zuccherosa. l'inizio è al dichiarazione d'intenti. un equilibrismo pericolosissimo tra kitsch assoluto e passione sublime. il dubbio ti assale e ti cattura fino alla conclusione dl disco. in mezzo anche Beatles e Burt Bacharach. Non capisco. lo rimetto su e continuo a non capire. mi capita di rado di non riuscire a a catalogare, a definire. mi dà abbastanza fastidio. E allora leggo recensioni in rete. O lo stroncano senza pietà, o lo osannano. io continuo ad ascoltarlo sperando. Oggi però mi sono dedicato di più alle Scissor Sisters (il primo disco).
ieri sera invece una bella scoperta. in un pub vicino a casa, con Omar, Semerano e l'architetto Ruggeri. una bella canzoncina che sembra suonata da Bregovich e cantata da David Byrne e ambientata nei Caraibi. chiediamo al barista informazioni. Beirut. Postacards from Italy. Sono di New York. oggi ho ascoltato altri loro brani in rete, tutti vari, ricchi di fantasia e con strumenti atipici. strumenti poveri e desueti e per questo forse assolutamente originali. Vivamente consigliati.

mercoledì, febbraio 07, 2007

ecco Esperanto!

Questa che vedete è anche uno dei motivi di questa mia ingiustificata ed ennesima latitanza prolungata. è una pagona del mio nuvo libro. si intitola Esperanto e lo sto realizzando per KSTR una nuova etichetta di Casterman. è un libro lunghissimo che mi sta impegnando davvero tanto. uscirà in autunno in Francia e spero quanto prima anche in Italia. Il formato sarà il solito, quello che mi piace più di tutti: il comic book. Esperanto lo sta colorando Laura Congiu, che è giovanissima, già brava e da come suggerisce il nome sarda anche lei. Guarda caso di Cagliari come me. Ho tanto da dire su questo libro, su Cagliari, sul Viaggiatore che continua a viaggiare anche se molto lentamente e a intermittenza. cercherò di essere più presente. Sono giornate intense e sto scoprendo la mattina quando fuori c'è ancora buio. Disegno e mi sento partecipe di quel popolo che produce e che fa andare avanti il mondo. anche questa è una sensazione di appartenenza.
p.s. grazie a tutti quelli che mi hanno consigliato immagini e fonti dove andare recuperare il ghetto di Varsavia.