venerdì, ottobre 31, 2008

Ci vediamo a Lucca


Fra qualche ora prendo il treno per Lucca. Mi dicono che diluvia come succede spesso in occasione del festival. Ci andrò bardato a dovere.
Come ho già detto ancora una volta non ci sarà Il Viaggiatore Distante 2. Però per farmi un po' perdonare ho disposto una piccola anteprima di tavole e della copertina che potete vedere.
Chi ha piacere di incontrarmi mi troverà allo stand della Black Velvet dove farò dei turni di dedicaces (sarà esposto un calendario con tanto di orari). Firmerò anche il poster che ho realizzato proprio in occasione di questa Lucca 2008.
Vi aspetto!

mercoledì, ottobre 29, 2008

Finalmente Esperanto!


Ieri mi sono arrivate delle copie di Esperanto.
Si presenta come un bel volume cartonato un po' più piccolo del calssico album alla francese ma con un numero di pagine molto più elevato. Infatti oltre alla storia a colori di 120 pagine c'è un'appendice con il "dietro le quinte" con un'altra dozzina di pagine. Secondo tradizione è tutto a colori. e già che ci sono faccio i complimenti ufficiali e pubblici a Laura Congiu che ha interpretato con gusto e abilità l'atmosfera narrativa.

è sempre curioso vedere il libro che hai fatto. Vederlo dall'esterno sotto forma di volume di carta.
in quel momento perdi ufficialmente la paternità. Quello che è fatto è fatto. Il libro deve correre con le sue gambe. L'autore lo può aiutare promuovendolo, parlandone, firmando le copie, facendo delle mostre, ma saranno i lettori a impadronirsene. Ad amarlo, odiarlo, rimanere indifferenti. Saranno loro a interpretarlo e vedere cose che l'autore non ha visto o non si è accorto di avere detto o disegnato. Saranno loro e riscrivere il libro.
Sarà bello così.
E sarebbe bello vederlo pubblicato anche in italiano.
Per ora non so ancora niente ma ho molte speranze.

martedì, ottobre 28, 2008

Il Diluvio Universale


Chi c'era dice che mercoledì 22 ottobre alle 9.30 il cielo era scuro come di sera. Di un grigio piombo gravido di pioggia pesante. Chi c'era dice che il diluvio è durato poco, poco più di due ore ma che l'acqua caduta era pari a quella che di solito piove in un anno. Ettolitri d'acqua.
Strade allagate. fiumi urbani in piena. Acqua gialla, acqua marrone.
Rita era intasata lungo la strada che porta all'ospedale. questa strada costeggia sul versante destro il parco che una volta apprteneva al manicomio cittadino. Il parco è cinto da un lunghissimo muro. Una porzione di questo muro, forse marcio, forse privato delle fondamenta dall'impeto dell'acqua piovana, crolla rovinando sulle autovetture in transito. Otto o nove vengono colpite e danneggiate seriamente.
Questo episodio non l'ho letto sui giornali. Il fatto è che l'intera giornata di mercoledì 22 è stata travagliata da episodi come questo. La somma di questi episodi crea la tragedia complessiva.
Ho visto immagini di case sprofondate, di macchine annegate, di volti in lacrime.
tutte cose che sembrano di altri tempi , di luoghi lontani dove tutto crolla sempre.
Invece è successo a Cagliari, è successo a Capoterra e altre località costiere vicine.
Sembra incredibiel. Ma poi sento voci al telefono, mi raccontano altre storie. Di qualche parente coinvolto nel diluvio.
E poi sono arrivati i morti.
Un cadavere di un disperso e rinvenuto mentre galleggiava nelle acque del Golfo degli Angeli.
Al dolore segue la rabbia del solito gioco delle responsabilità.
Leggo che certe case non dovevano essere costruite così, che le scuole non si edificano a ridosso dei corsi d'acqua e altre tristezze. Copioni già letti. Copioni sempre attuali. Purtroppo.
Questo diluvio sembra il terminale di un mese di follia.
L'economia che implode, la scuola che esplode, Obama che sfugge al complotto e tutti che scendono in piazza. Sembra davvero il grande raduno. Dopo il diluvio universale arriva anche il giudizio universale.
E intanto un amico mi invita a guardare Zeitgeist su Youtube.
Ipnotico, allucinatorio, fosco.
Me ne sto per due ore impalato sulla sedia a fissare il monitor. Mi sento imbarazzato.
Mi sembra di sentire l'acqua sotto i piedi e fuori la gente si prepara a sfilare in un nuovo corteo.
Si sente il corno della grande adunata.
Forse sono segnali di paura.

venerdì, ottobre 24, 2008

L'autunno greve

Maria quando è andata in prima elementare a White Plains sapeva poche parole d'inglese. Maria è perfettamente bilingue. Dice che la scuola è stata determinante. il contatto quotidiano con altri bambini, la pratica sta alla base dell'apprendimento.
è raro che usi questo blog per comizi o cose simili, però questa volta non posso farne a meno.
creare classi specifiche per immigrati mi sembra una carognata, un ennesimo segnale verso l'imbarbarimento. l'aria è carica di segnali. Tutti molto brutti, molto grevi.
Questa Italia che si sta materializzando è sempre meno l'Italia che vorrei, sempre meno l'Italia che sognavo da bambino a Cagliari dove immaginavo una città piena di gente proveniente da tutto il mondo perché era più bello osservare e vivere la varietà (non conoscevo ancora il termine multietnico).

Marc quest'anno va in prima elementare. La scuola gli piace, si applica. Fatica e si diverte.
Devo dire grazie a lui e grazie alle insegnanti che fanno con cura e competenza il loro lavoro.
non è come dice qualcuno che mentre una insegna in una classe l'altra se ne sta fuori senza fare niente.
Non è così. Nossignore.
Mia madre ha fatto l'insegnante elementare per anni. Ha insegnato nelle miniere del Sulcis, nelle multiclassi con i maggiorenni, nelle stalle insieme alle galline. Ha fatto chilomentri sotto la pioggia, attraversato strade sterrate in lambretta, preso la littorina ogni giorno alle 5 del mattino. Si è fatta il culo per un lavoro che amava e che è stato avaro di soddisfazioni economiche e professionali ma ricco di gratitudine umana. Insomma mia madre è stata ciò che la società definisce come perdente. Una delle tante. Per me invece è stata un modello di vita.
Grazie Maria Teresa.

mercoledì, ottobre 22, 2008

London 1982


"Cammino pensando ai Clash e a Mark E. Smith, alla Londra dei settanta/ottanta letta e macinata in foto, dischi e articoli e intorno ne trovo poca, come sempre quando vivi le cose con qualche decennio di ritardo. A consolarmi ci pensa il Times, con una vecchia intervista a Joe Strummer che mi leggo a tarda notte a letto. Ma il fascino delle villette, il verde dei parchi e i piccoli negozi riescono a farmi calciare il non vissuto e a concentrarmi sul presente."

Questo estratto di un recente post del blog dell'amico Sergio Ponchione mi ha fatto venire in mente quando sono stato a Londra per la prima volta. Erano esattamente gli anni descritti da Sergio. Il 1982 per la precisione. A Londra ci si andava soprattuto per la musica. Londra era la capitale indiscussa della musica. In quell'anno uscirono uno dietro l'altro dischi che avrebbero fatto la storia. New Gold Dream di Simple Minds, The Lexicon of Love degli ABC , Songs to Remember degli Scritti Politti e poi anche i primi EP dei Rip Rig and Panic e l'ultimo concerto dei Japan.
Ero arrivato a Londra proprio qualche giorno dopo quest'ultimo concerto. Allora non lo sapevo ancora che era l'ultimo e comunque ci rimasi male lo stesso quando vidi un manifesto un po' strappato attaccato a una parete lurida di qualche fermata dell'Underground. Di lì a poco uscì Bamboo Music che di fatto iniziava la carriera solista di David Sylvian.
Nel 1982 non avevo ancora deciso se fare i fumetti o fare musica. Forse in quel periodo propendevo di più per la musica. Di sicuro mi piaceva più passare ore nei mnegozi di dischi di Londra che nelle librerie con molti fumetti come mi era successo a Parigi l'anno prima (ec onfesso che anche adesso è più o meno così).
Arrivai a Londra in treno con mio fratello. Un viaggio mostruoso. Vagoni affollatissimi, buttati per terra, calpastati, intasati. Poi a Calsi tutti giù dal treno e tutti a bordo del Ferry fino a Portsmouth.
Raggiungemmo degli amici che avevano preso una casa in affitto a Finsbury Park a Nord Est e raggiungibile con la Victoria o Piccadilly Line.
Il posto non era poi tanto bello e non ci mettemmo molto a capire che fosse un quartiere ad alto tasso giamaicano. Si sentiva reggae dappertutto.
In quella casa in Playford Road dormivamo anche in 10. ogni tanto arrivava qualcuno e si sistemava lì. I soldi erano pochi e l'entusiasmo era tanto. enorme.
Volevo comprarmi le creeper e più dischi possibili.
quando tornammo a casa in valigia non c'erano le creeper ma un bel paio di pantaloni di pelle nera. Come quelli di Jim Morrison che ai tempi mi faceva schifo come il resto dei Doors.

Penso spesso quel periodo. Senza nostaglia, ma con grande tenerezza. Quell'estate era stata lo spartiacque tra l'adolescenza scolastica e un'altra stagione non meglio identificata che ha lasciato una traccia profondissima.
Però mi sono accorto che anche se ci penso spesso non ho mai scritto o disegnato niente di veramente diretto. L'ho preso sempre alla larga. Apartments ha molte tracce della mia estate '82, ma non è mai veramente quella.
Quasi avessi paura di rompere qualcosa, di contaminare una composizione sublime.
In quell'estate vidi davvero un mucchio di concerti. Certi importanti altri molto meno. Però mi ricordo ancora molto bene quello dei Rip Rig and Panic durante in Carnevale di Portobello. Una calca disumana, spinte incredibili e una giovanissima Neneh Cherry che aveva già tutta la sua grinta degli anni a venire.
I Clash invece non li ho visti mai e nemmeno Joe Strummer nella sua carriera da solista.
Però ogni volta che sento London Calling sono di nuovo a Londra e non posso fare a meno di commuovermi.

martedì, ottobre 21, 2008

Halifax



Usufruisco di questo stato di grazia improvviso per scrivere ancora.
Un giorno di fine agosto ad Halifax, Nuova Scozia.
fa davvero un effetto straniante andare in uno di quei posti lontani che hanno un nome che inizia con Nuova o Nuovo.
La Nuova Scozia incarna alla perfezione questo straniamento.
Una penisola che si spinge con forza verso l'oceano atlantico quasi in un tentativo disperato di raggiungere la madre patria.
I colori il colpo d'occhio intorno e soprattuto la zona del porto mi ricorda in senso inverso Inverness un altro porto della Scozia settentrionale che invece sembrava protrarsi al di là dell'Europa verso l'America.
è questo istinto di andare oltre, di cambiare festa anche quando ti stati divertendo da matti che mi attrae sui moli, alla fine della banchina.
ho sempre desiderato passare un po' di tempo ina casa che è alla fine di qualcosa. Di una città, di un pese, di un continente.
Halifax è un po' alla fine di un continente. Andando più in là non è che ci siano poi così tante città.
Mentre Maria e Marc facevano un giro in uno di quei battelli con la faccia da pupazzo, una specie di trenino Thomas acquatico io sono andato a spasso per il porto. Poche facce da porto, nessun pirata, rari i marinai, molti i turisti. Anch'io in quel momento ero un turista. Però alla fine del molo non c'era nessuno. di fronte l'isolotto con il faro. Una storia maledetta di morti impiccati lasciati a marcire ben visibili alla navi in transito. Morti impiccati come monito per i pirati e malfattori. L'isola con il faro ha anche un nome perfetto per una bella storia: Devil Island.
Adesso è chiusa e non ci vive più nemmeno il guardiano del faro.
Peccato.

Nuovi arrivi


Sono sempre qui anche se non appaio quasi mai.
In quest'ennesima latitanza ho finito "Banana Football Club" che uscirà per la collana Oltre di Rizzoli nella seconda metà di novembre.
è stato un lavoro lungo che mi ha tenuto impegnato per parecchi mesi.
una storia di ragazzi, una storia di calcio, un romanzo di formazione tratto dal testo omonimo di Roberto Perrone.

Finalmente domani esce in Francia Esperanto. Se andate nel sito di KSTR sarà possibile vedere un'anteprima di qualche pagina. è la sequenza iniziale.

Ancora una volta non riesco a finire il Viaggiatore per Lucca. però porterò una parte del work in progress da lasciare in libera visione ai più curiosi. Una specie di risarcimento verso i lettori e verso Il Viaggiatore che è lì che scalpita da troppo tempo. Sorry.
Sarò comunque a Lucca.
sarò allo stand della Black Velvet a firmare un poster realizzato per l'occasione. Nel poster c'è il Viaggiatore. Un mix tra pop e retrò. spero che piaccia.
L'immagine che vedete è un trailer del poster.