venerdì, gennaio 09, 2015


Con le braccia catturo le onde

Mentre disegnavo questa tavola ho capito parecchie cose. Per esempio che, per quanto si possa progettare in linea teorica un segno con anche diverse messe a punto sul campo, quando poi si va a disegnar sul serio, la mano va nella direzione che ha deciso lei. Va nella direzione del racconto, perché è il racconto che ti cattura e detta il tempo. Disegni pensando alla storia, all'atmosfera e allora certe idee, anche presuntuose decadono.
 Di fatto L'illusione della terraferma si sta definendo da solo. Il ruolo della matita, che all'inizio del progetto era stato collocato nei segmenti di flashback romani, etiopi e delle guerra di Spagna, si stanno espandendo. In maniera molto naturale direi. L'approccio misto, molto emotivo riaffiora a tratti con prepotenza com'è successo in diversi altri miei lavori del passato. Che lo voglia o no Gabos è anche questo. Devo straniarmi un attimo e vedermi dall'esterno. Capirmi e lasciarmi andare.
Mi sono anche divertito a inventare un tatuaggio marinaro con tanto di motto a sostegno. Una piovra monocola con sotto una scritta su pergamena che recita: "Con le braccia catturo le onde". Ho cercato un po' in giro e non ne ho trovato di simili. Mi sembra plausibile e allora l'ho lasciato. Questa che vedete è la tavola nella versione di studio, come quasi tutte le altre che ho postato. Se non cambio il montaggio in fase di revisione dovrebbe essere pagina 34.

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